domenica 4 febbraio 2007

Grabbi Story


Se uno gioca nel massimo campionato inglese avendo firmato un contratto pluriennale che vale qualche milione di sterline, è difficile pensare che nella sua carriera non abbia raggiunto obiettivi importanti.

Dall'estate del 2001, Corrado Grabbi è infatti il centravanti dei Blackburn Rovers, ex grande del campionato inglese che oggi vivacchia nelle zone medio basse della Premier League. Sfogliando i quotidiani sportivi italiani e leggendo le prime pagine spesso incentrate sul dualismo Del Piero-Totti, è però un peccato non vedere il nome di Grabbi accanto a quello dei due fuoriclasse azzurri. Questo perché l'esordio di "Ciccio", come è sempre stato chiamato dai compagni, è stato qualcosa di fulminante.

Stagione 1994-95, la Juventus, da qualche mese in mano a Marcello Lippi, ha già cominciato il cammino verso il suo primo straordinario scudetto della nuova gestione, che negli anni successivi riporterà la Signora di nuovo sul tetto del mondo: i bianconeri sono una macchina perfetta, potente, versatile, veloce e di classe.
Ha appena pienamente scoperto, per esempio, il talento cristallino di Alessandro Del Piero, che alla scuola di Luca Vialli sta studiando da leader.

La sera dell'11 dicembre 1994, all'Olimpico contro la Lazio, non è però quella di Alex, pur autore di una doppietta, la stella più brillante: Rambaudi aveva portato in vantaggio la Lazio, poi Marocchi e Del Piero due volte ribaltano il risultato. C'è allora spazio per far esordire in serie A, a un quarto d'ora dal termine, il diciannovenne Grabbi, prodotto del vivaio bianconero.

Ciccio entra, prende palla a metà campo, si dribbla mezza difesa laziale e mette dentro un gol da lasciare a bocca aperta: "ecco un altro Del Piero", si commenta nei salotti calcistici della domenica sera, "la Juve è una fabbrica di campioni, oltre che di successi" (da sapere.it)

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