martedì 27 febbraio 2007

Grabbi convocato in Arezzo-Albinoleffe


Arezzo - Albinoleffe: I convocati
Questa la lista dei 20 convocati per la partita Arezzo vs Albinoleffe in programma domani 24 febbraio 2007 ore 15.00 e valida per la 4ª giornata di ritorno dal campionato Serie B TIM 2006/2007:

Barbagli, Bremec, Bricca, Capelli, Cavagna, Croce, Di Donato, Floro Flores, Goretti, Grabbi, Lanza, Martinetti, Lopez, Ranocchia, Roselli, Sussi, Terra, Togni, Vigna, Volpato
(www.arezzocalcio.it)

domenica 11 febbraio 2007

Il Cuore di Ciccio


In un intervista al "Corriere dell'Umbria" Ciccio Grabbi afferma che tornerebbe volentieri alla Ternana ove ha passato la sua migliore annata calcistica, sia come calciatore che come dirigente. L'affetto dei tifosi è ancora forte e lo si legge in questo forum di tifosi della Ternana: www.rossoverdi.com

sabato 10 febbraio 2007

Arezzo-Frosinone

Arezzo-Frosinone: 0-0
Il resconto della partita in cui però Ciccio Grabbi non è sceso in campo nonostante fosse presente in panchina:
Arezzo - Effetto Catania visibile fin dall'inizio. Nemmeno tremila spettatori al Comunale per un incontro che valeva una fetta di salvezza. Curva Sud senza striscioni e atmosfera fredda e distaccata all'ingresso in campo delle due squadre. Nonostante il divieto alle trasferte collettive, un buon numero di sostenitori del Frosinone era presente allo stadio.
Partita deludente e risultato bianco che premia oltremisura un Frosinone assolutamente rinunciatario (nemmeno un tiro nello specchio della porta in 94 minuti!) mentre condanna un Arezzo che se pur volenteroso, non ha mai dato l'impressione di poter approfittare a pieno della situazione ad essa favorevole. La squadra è apparsa scarsa di idee e poco incisiva in avanti dove Floro Flores e Martinetti sembravano parlare due lingue differenti. Non ha convinto, poi, lo schieramento messo in campo da Maurizio Sarri, con due centrali di centrocampo molto adatti in fase di interdizione ma incapaci di far ripartire la squadra e soprattutto di fornire palloni giocabili agli avanti amaranto. Quattro difensori bloccati sulla linea difensiva, quando il Frosinone era evidente, non aveva nessuna voglia di scoprirsi, lasciando le due punte al loro destino, sono sembrati decisamente troppi e inutili.
Partita quindi giocata quasi esclusivamente dall'Arezzo, che ha creato si' qualche occasione da rete, ma, nel complesso è riuscita a far davvero molto meno di quello che il Frosinone sembrava concederle. La squadra amaranto alla lettura delle formazioni non presenta nessun giocatore tra quelli arrivati nel mercato di gennaio in campo, ma non c'è da stupirsi, dato che il tecnico amaranto, fin dal primo momento aveva lasciato intendere che nessun atleta di suo gradimento era stato portato in casa amaranto dal Presidente Mancini e dal "collaboratore" Pieroni.
Dopo il minuto di raccoglimento si inizia, ed è subito evidente come la formazione ciociara abbia come compito primario quello di difendersi. Solo dopo trenta minuti Bremec toccherà il primo pallone, mentre la squadra toscana sembra cominciare bene. Al primo minuto Martinetti, di testa, sfiora il palo di Zappino. Lo stesso estremo difensore gialloblu compie un miracolo al quarto d'ora salvando sulla linea di porta una conclusione di testa di Floro Flores.
Ancora il fantasista napoletano sugli scudi al 20°. Si libera di tre uomini e in area, subisce una carica violenta da un difensore. Herberg, arbitro che non ha convinto nel suo operato, fa segno di proseguire tra le proteste di giocatori e pubblico. Al 30°, come detto, il primo intervento di Bremec per raccogliere un pallone che a fatica arriva tra le sue braccia, frutto di un tiro da trenta metri di Margiotta. L'ultima azione è sempre dell'Arezzo al 40°, quando Floro Flores semina il panico nella difesa ciociara che si salva miracolosamente con Zappino che respinge una deviazione sottomisura di Martinetti.
Si chiude qui un primo tempo deludente. L'Arezzo ha fatto la partita. Un Frosinone uscito rinforzato dal mercato autunnale, remissivo, inconsistente ed incapace di impensierire la difesa amaranto con Dedic e Margiotta lontani venti metri dal resto della squadra ed abbandonati al loro destino.
Nella ripresa ci si attende un Arezzo arrembante, il primo tempo aveva indicato la strada da percorrere, e soprattutto doveva aver dato indicazioni a Mister Sarri di come il centrocampo andasse ridisegnato facendogli fare un salto di qualità con l'innesti di atleti tecnici che avessero meglio supportato il gioca d'attacco della formazione aretina. Bricca e Di Donato, ottimi incontristi, difettano, di natura, quando sono chiamati ad impostare azioni o creare situazioni tali da mettere le due punte in condizioni ottimali. Nulla di tutto questo, l'Arezzo della ripresa non riesce nemmeno a ripetere il primo tempo e per il Frosinone, non è difficile portare a casa quello che si era prefisstato. Solo ed esclusivamente un punticino, perchè mai e poi mai ha dato l'impressione ( se non negli ultimi minuti, ma per demerito dell'Arezzo) di voler veramente tentare di vincere la partita.
Dicevamo di Herberg; il fischietto di Messina, fino ad allora fiscalissimo, al 58° non ammonisce Dedic, che dopo il fischio di interruzione, continuava il gioco e sparacchiava il pallone lontano con un tiraccio atto a perdere tempo. l'attaccante ciociaro, già ammonito, era da espellere, ma tra le proteste dei giocatori amaranto e della curva, il direttore di gara lasciava impunito il giocatore. E, come se le lezioni non servissero a niente, dalla curva, pioveva in campo una bottiglietta d'acqua che cadeva nelle vicinanze del direttore di gara e sarà oggetto, sicuramente come minimo di una multa salata. Secondo tempo che si svolge sempre nella metacampo del Frosinone, ma con l'Arezzo, se possibile, ancor piu' a corto di idee, nonostante l'entrata in campo di un vivace Vigna e del brasiliano Togni.
Unica occasione veramente degna di nota, una gran conclusione di Di Donato dal limite al 66° che Zappino devia in angolo con la punta delle dita.
Poi, ultimi dieci minuti con l'Arezzo stanco, che concede campo al Frosinone che si affaccia sovente nei pressi di Bremec, ma mai creando i presupposti per poter veramente creare qualche problema. Al fischio finale c'è la netta impressione in casa amaranto di aver perso una occasione importante per conquistare tre punti essenziali, magari osando di piu'..... ma con i se ed i ma......

Riccardo Bonelli (www.goal.com)

giovedì 8 febbraio 2007

Conferenza Stampa di Ciccio


Corrado Grabbi: "Sono qua ad Arezzo per fare bene il mio lavoro."
Quello tra Grabbi e l'Arezzo è un matrimonio che si doveva celebrare. Già lo scorso anno la Società amaranto ti aveva cercato.
"Si, eravamo ad un passo poi l'operazione è saltata, adesso sono qua per cercare di fare bene il mio lavoro."

Cosa puoi mettere a disposizione di questa squadra in un momento così delicato?
"Sicuramente esperienza avendo disputato 4 o 5 campionati di serie A, 4 o 5 di B e 2 o 3 di C. Io sono a disposizione del Mister e dei miei compagni, sono arrivato qua con l'intenzione di stare bene, se sono apposto fisicamente posso dimostrare il mio valore come giocatore."

Nel reparto offensivo ci sono tanti giovani di qualità. Questa concorrenza è uno stimolo in più?
"Si è uno stimolo, sono tutti giovani bravi e possono aver bisogno di una persona che ha fatto tanti campionati che ha esperienza e può dargli dei consigli. Sono tutti ottimi giocatori quindi sarà il Mister a decidere chi giocherà volta per volta. Ancora devo recuperare un pò di condizione e quando sarò al 100% deciderà il Mister."

Quindi gli infortuni sono alle spalle, devi trovare solo il ritmo partita?
"Se sto bene e riesco ad allenarmi con continuità come adesso mi toglierò anch'io delle soddisfazioni."

Hai vissuto un'esperienza in Inghilterra, in questo momento difficile per il calcio italiano si parla di modello inglese. Tu cosa puoi dire in merito?
"Basta copiare quello che fanno gli altri perchè lo fanno bene."

martedì 6 febbraio 2007

Grabbi v.s. Moggi 2


Le minacce all'ex ds della Roma Franco Baldini e al calciatore Corrado Grabbi, queste le principali accuse rivolte a Luciano Moggi e a suo figlio Alessandro riguardo all'inchiesta sulla Gea.

Tra le accuse contestate a Luciano Moggi dai pm romani che hanno indagato sulla Gea ci sono anche le minacce rivolte all'ex direttore sportivo della Roma Franco Baldini e al calciatore Corrado Grabbi. Nel primo caso si fa riferimento alle pressioni esercitate nel 2000 sull'ex dirigente giallorosso perché intercedesse presso i giocatori romanisti "affinché - si legge nel capo di imputazione - rilasciassero procure sportive ad Alessandro Moggi e Franco Zavaglia. Evento non verificatosi per cause indipendenti dalla sua volontà, consistite nel rifiuto di Baldini di intercedere presso i giocatori".

A parlare della circostanza con gli inquirenti era stato lo stesso Baldini in occasione di una deposizione fatta il 10 maggio scorso. "Luciano Moggi - dichiarò Baldini - ebbe a 'rimproverarmi' del fatto che da quando c'ero io il figlio Alessandro nonché Zavaglia non avevano più facilità ad acquisire le procure sportive dei giocatori del settore giovanile della Roma, avvertendomi che il nostro era 'un lavoro particolare, un anno si lavora da una parte, un anno dall' altra e che un anno non si lavorà. Gli controbattei dicendogli che le sue minacce con me non avevano effetto in quanto io stesso stavo cercando un pretesto per uscire dal calcio".

Per quanto concerne l'episodio Grabbi, gli inquirenti romani contestano all'ex dg della Juventus di aver intimato al calciatore "con toni perentori ed arroganti di smentire un' intervista all'Espresso nella quale riferiva le angherie subite nel corso della sua carriera da parte di Luciano Moggi nonché le pressioni subite da Alessandro Moggi affinché gli concedesse la procura sportiva".

Il 21 giugno scorso Grabbi dichiarò alla guardia di finanza che nel 1995, epoca in cui militava nella Juventus, "dopo un paio di mesi da quando Alessandro Moggi cessò di esercitare pressioni su di me per conferirgli la procura, Luciano Moggi mi chiamò in sede, pretendendo che andassi da solo. Mi mise fuori rosa nonostante avessi già fatto altre partite ed avessi già segnato diversi gol, dicendomi che avevo fatto una rissa in discoteca al Sestriere il 31 dicembre 1994, cosa non vera. Moggi mi addebitò tale episodio dicendomi che glielo aveva detto un certo maresciallo. Dopo un paio di giorni tale notizia fu pubblicata sui giornali a livello nazionale".(fonte Eurosport)

domenica 4 febbraio 2007

Grabbi Story


Se uno gioca nel massimo campionato inglese avendo firmato un contratto pluriennale che vale qualche milione di sterline, è difficile pensare che nella sua carriera non abbia raggiunto obiettivi importanti.

Dall'estate del 2001, Corrado Grabbi è infatti il centravanti dei Blackburn Rovers, ex grande del campionato inglese che oggi vivacchia nelle zone medio basse della Premier League. Sfogliando i quotidiani sportivi italiani e leggendo le prime pagine spesso incentrate sul dualismo Del Piero-Totti, è però un peccato non vedere il nome di Grabbi accanto a quello dei due fuoriclasse azzurri. Questo perché l'esordio di "Ciccio", come è sempre stato chiamato dai compagni, è stato qualcosa di fulminante.

Stagione 1994-95, la Juventus, da qualche mese in mano a Marcello Lippi, ha già cominciato il cammino verso il suo primo straordinario scudetto della nuova gestione, che negli anni successivi riporterà la Signora di nuovo sul tetto del mondo: i bianconeri sono una macchina perfetta, potente, versatile, veloce e di classe.
Ha appena pienamente scoperto, per esempio, il talento cristallino di Alessandro Del Piero, che alla scuola di Luca Vialli sta studiando da leader.

La sera dell'11 dicembre 1994, all'Olimpico contro la Lazio, non è però quella di Alex, pur autore di una doppietta, la stella più brillante: Rambaudi aveva portato in vantaggio la Lazio, poi Marocchi e Del Piero due volte ribaltano il risultato. C'è allora spazio per far esordire in serie A, a un quarto d'ora dal termine, il diciannovenne Grabbi, prodotto del vivaio bianconero.

Ciccio entra, prende palla a metà campo, si dribbla mezza difesa laziale e mette dentro un gol da lasciare a bocca aperta: "ecco un altro Del Piero", si commenta nei salotti calcistici della domenica sera, "la Juve è una fabbrica di campioni, oltre che di successi" (da sapere.it)

Grabbi v.s. Moggi


Contro una delle grandi promesse del calcio italiano, Corrado Grabbi, stella delle giovanili della Juventus, capocannoniere in serie B con la Ternana, Luciano Moggi formulerà "minacce con toni perentori e arroganti". Di fatto, gli interruppe la carriera. Ecco l'interrogatorio del calciatore: "Le vere ragioni della mia cessione dalla Juventus suppongo siano dovute ai pessimi rapporti che ho sempre avuto con Luciano Moggi... Alessandro Moggi e Franco Zavaglia, sin dal 1994, per tre-quattro mesi hanno esercitato una pressione costante nei miei confronti per avere la procura. La mia resistenza ha determinato un deterioramento dei rapporti in particolare con Luciano Moggi. Nel 1995 mi chiamò in sede, pretendendo che andassi da solo. Mi mise fuori rosa nonostante avessi già fatte altre partite e segnato diversi gol: mi disse che avevo fatto una rissa in discoteca al Sestriere la notte di Capodanno. Era una totale falsità, mi disse che glielo aveva detto un certo maresciallo. Dopo un paio di giorni questa notizia fu pubblicata sui giornali a livello nazionale... Andai a parlare con Marcello Lippi e si limitò a dirmi che le decisioni le prendeva la società. Lippi risentiva notevolmente dell'influenza di Moggi. Così fui estromesso dalla prima squadra per un paio di mesi, poi mi reintegrarono... Alla fine del campionato 1994-1995 fui ceduto alla Lucchese in serie B. Nel 1996 Moggi mi chiamò in sede da solo per mandarmi al Cosenza, rifiutai perché volevo stare vicino a mio padre che non stava bene e lui mi disse che "c'erano gli aeroporti a Cosenza". Io rifiutai e si arrabbiò molto. L'ultimo giorno del calciomercato Beppe Galli mi chiamò dall'albergo a Milano e mi disse di raggiungerlo, c'era un interesse su di me da parte del Prato di Toccafondi, ma io dissi di no: mi offrivano una cifra di 80 milioni l'anno inferiore ai 120 che mi diede un mese dopo il Modena. Al mio rifiuto Moggi mi cacciò fuori dal box Juventus al calciomercato di Milano dicendomi che avrei potuto giocare nel giardino di casa mia... Alessandro Moggi e Franco Zavaglia mi raggiungevano all'albergo in cui eravamo in ritiro e mi dicevano che se avessi conferito loro la procura avrei giocato ad alti livelli e che mi avrebbero fatto il contratto con la Juventus... Tutto questo l'ho raccontato all'Espresso nel luglio 2005 e Luciano Moggi mi telefonò per chiedermi di smentire l'intervista con tono arrogante. Non l'ho mai smentita".(da www.repubblica.it)

Ciccio è Tornato


Questo blog è dedicato al più grande eroe romantico del calcio italiano: Corrado "Ciccio" Grabbi.
Il fantasista ha infatti da poco firmato per il club di serie B A.C. Arezzo e tornerà cosi a deliziarci tutti con la sua classe ed i suoi goal!
Ciccio aveva firmato per il Genoa la scorsa stagione, aiutando i Grifoni a tornare in Serie B con i suoi goal (9) ed i suoi assist, spesso decisivi. Quest'anno però, dopo l'esonero del Mister Perotti, il nuovo tecnico del Genoa Gasperini ha voluto fare a meno del Magico Ciccio. Cosi, per l'ennesima volta nella sua carriera, Grabbi è stato messo da parte e dimenticato da tutto e tutti. Non per questo però il nostro eroe si è arreso, anzi, ha continuato ad allenarsi con il Torino cosi da farsi trovare pronto durante la finestra di mercato invernale in cui il Genoa l'ha ceduto alla societa di Arezzo. Un'altra chance per Grabbi insomma, che ormai ha 30anni suonati ma ha ancora tanta voglia di dimostrare a tutti chi è il miglior giocatore in italia!
daje Ciccio